martedì 18 ottobre 2011

Nuovi approcci diagnostici e terapeutici: la diagnosi


Giovedì 31 gennaio al Centro Congressi di Abano Terme (PD) si è tenuto un Corso di Aggiornamento con un tema accattivante: Mal di schiena: nuovi approcci diagnostici e terapeuti.
Non potevo di certo perdermi questo appuntamento che prevedeva alcuni importanti interventi tenuti da illustri specialisti italiani.

Il Prof. Ugo Salvolini, Direttore Istituto di Radiologia presso l'Università Politecnica delle Marche, ha tenuto una lezione magistrale di Anatomia Radiologica inquadrando fin da subito il problema fondamentale che il tema del corso poneva e che i successivi interventi del Dr. Izzo Roberto e del Dr. Muto Mario (entrambi operanti presso la Neuroradiologia del Cardarelli di Napoli) avrebbero amplificato.
La notevole complessità della biomeccanica vertebrale, unita a quella intricata della innervazione ed irrorazione vertebrale portano ad una ancora difficile comprensione e correlazione del dolore lombare alla diagnostica per immagini.
Infatti da molti studi, anche recenti, non sembra esserci un elevato grado di correlazione fra le anomalie che si riscontrano nelle comuni indagini radiologiche (Rx, Tac e Rm) e l'insorgenza del dolore lombare (Low-back pain ) essendone la prevalenza simile fra pazienti con e senza mal di schiena, come ho già scritto in altro post.
Poichè anomalie radiografiche si riscontrano anche in persone che non hanno mal di schiena in una percentuale del 40-50%, tutti i relatori hanno più volte sottolineato l'importanza dell'indagine clinica (la ricerca di segni e sintomi che possono essere correlati a determinate patologie).

Uno studio ha indagato 67 soggetti completamente asintomatici per mal di schiena, sciatica o claudicatio neurogena, mediante esecuzione di risonanza magnetica; i risultati sono stati valutati in cieco da un gruppo di neuroradiologi. In circa un terzo dei soggetti sono state rilevate anormalità. In riferimento all’età dei soggetti, nel gruppo con meno di 60 anni il 20 per cento aveva un’enucleazione del nucleo polposo e l’1 per cento un canale vertebrale ristretto.
Il 57 per cento dei soggetti con più di 60 anni mostrò anormalità: in particolare il 37 per cento aveva un’ernia del disco e il 21 per cento una stenosi spinale. Furono inoltre rilevate degenerazioni del disco intervertebrale o bulging discale nel 35 per cento dei soggetti più giovani e addirittura nella totalità dei pazienti più anziani (Boden 1990).In questo studio il paziente della Rx di sinistra
presentava un quadro radiografico
molto peggiore rispetto a quello di destra

senza avere una sintomatologia dolorosa.

Un altro studio pubblicato sul New England Journal of Medicine (Jensen 1994), effettuato con criteri simili, ha dimostrato che solo il 36 per cento dei 98 soggetti sottoposti a risonanza magnetica aveva la schiena radiologicamente in ordine. Questi risultati mostrano che l’anormalità rilevata con indagini sofisticate, come la tomografia computerizzata o la risonanza magnetica, è la norma.

Così tutti i relatori hanno con forza ed evidenza chiarito che prima di prendere qualsiasi decisioni di tipo interventistico, le anormalità rilevate con qualsiasi metodica diagnostica, anche in pazienti sintomatici, devono essere strettamente correlate a età, sintomi e segni clinici, come ha ribadito più volte nel suo intervento il Dr. Daniele Fabris, U.O.C. Chirurgia del Rachide, Padova.

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