venerdì 6 gennaio 2012

Low-back pain ?

Circa 15 milioni di italiani soffrono di mal di schiena in modo più o meno grave e, statisticamente, questa è la prima causa di assenteismo dal lavoro e la seconda di invalidità permanente.
Secondo l’Organizzazione Mondiale della sanità l’85% della popolazione ne è affetta o ne ha sofferto almeno una volta nella vita.

Chi ne è colpito purtroppo molte volte affronta un itinerario diagnostico e terapeutico estremamente variegato, in una sorta di "ping-pong" specialistico che va dal medico di base all’ortopedico oppure al fisiatra, e nei casi più persistenti dal neurochirurgo.
Tutto ciò avviene perché questa struttura meravigliosa (e complicata) che è la schiena umana non si è ancora adattata alla stazione eretta.

Il problema quindi è provocato dalla “stazione eretta”, la spinta fondamentale all’evoluzione umana, la capacità di stare in piedi e di camminare.

Da quando, nel corso del processo evolutivo, abbiamo perso la posizione “a quattro zampe”, la colonna ha dovuto subire una serie di adattamenti per cui non era stata inizialmente progettata: tutto ciò ha comportato una serie di problematiche strutturali per la nostra struttura portante (colonna vertebrale) aggravate da lavori manuali pesanti (sanità, edilizia, agricoltura) o dallo rimanere per lungo tempo in posizione seduta.
Nella maggior parte dei casi infatti il mal di schiena dipende da un uso scorretto della colonna vertebrale protratto nel tempo. Questo vale sia per chi svolge un'attività in piedi con sollevamento di pesi, ma anche per coloro che devono stare a lungo in posizione seduta per espletare il proprio lavoro. (uso del computer, auto o trasporto merci su gomma).



Il mal di schiena, comunemente chiamato dagli anglosassoni low-back pain, sotto il profilo delle sofferenze e dei costi economici e sociali indotti (assenze per malattia, cure, cambiamenti di lavoro, invalidità) rappresenta uno dei principali problemi sanitari nel mondo del lavoro.


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